Il massiccio sconvolgimento dovuto alla pandemia COVID-19 ha lasciato sulla sua scia impegni non mantenuti, accordi non rispettati e perdite economiche. In aggiunta a un aumento dei contenziosi legati alla pandemia, molti dei quali a livello nazionale.
Tuttavia, grazie ai viaggi internazionali e alla nostra economia globalizzata, anche i contenziosi internazionali sono in aumento.
Le controversie transfrontaliere dovute alla pandemia da COVID-19 possono generalmente essere suddivise in due categorie: mancata consegna di un prodotto o servizio per il quale il querelante ha pagato, o incapacità di proteggere adeguatamente la salute di quest’ultimo in riferimento alla pandemia.
Interruzione dei viaggi internazionali
Gran parte del contenzioso transfrontaliero correlato alla pandemia è legato ai viaggi. I voli delle compagnie aeree cancellati, i resort chiusi, i focolai sulle navi da crociera e gli eventi rinviati o cancellati hanno lasciato grandi gruppi di persone in cerca di un risarcimento.
Le cause spesso riguardano i rimborsi, una sfida particolare durante la pandemia perché gli imputati possono trovarsi un vincolo insolito e quasi impossibile da sciogliere: i soldi dei querelanti sono già stati spesi per costi operativi mentre le restrizioni pandemiche continuano a lasciare l’imputato incapace di consegnare ciò per cui i clienti hanno pagato e senza la liquidità necessaria per coprire le numerose richieste dei clienti.
Di conseguenza, molte aziende legate ai viaggi hanno deciso di (o sono state costrette a) evitare rimborsi in denaro in cambio di crediti per acquisti futuri. Numerose class action hanno contestato questa pratica.
Nel settore del trasporto aereo, dove i rimborsi a credito sono da tempo una pratica comune, questa è meno gradita che mai, vista l’incertezza sulla possibilità di viaggiare in futuro. (Alcune aziende stanno facendo a gara per inserire nei contratti nuove clausole scritte in piccolo per sostenere il loro diritto di emettere rimborsi a credito).
L’insoddisfazione dei clienti è ulteriormente aggravata da alcune compagnie aeree che arrivano a limitare il credito, richiedendo ai querelanti di usarlo in tempi brevi o di perderlo, nonostante le preoccupazioni dovute alla pandemia.
Università con studenti internazionali
La pandemia pone problemi significativi anche alle università: 70 solo negli Stati Uniti sono state citate in giudizio per una serie di motivi diversi.
Esistono cause collettive di studenti e famiglie le quali richiedono il rimborso dei costi di vitto e alloggio dopo la chiusura di dormitori e mense. Poi vi è chi considera l’istruzione a distanza scadente e ora sta facendo causa per la restituzione delle tasse scolastiche. Inoltre, nei casi in cui le università hanno continuato le proprie attività, le famiglie hanno fatto causa per aver esposto gli studenti a condizioni di salute poco sicure.
Gli studenti stranieri hanno dovuto affrontare un ulteriore problema quando i campus hanno iniziato a chiudere: alcuni si sono trovati bloccati in loco senza un posto dove vivere, impossibilitati a tornare a casa a causa del blocco delle compagnie aeree. Di fronte a spese di alloggio impreviste, le famiglie possono anche scegliere di intraprendere un’azione legale.
Problemi speciali per le imprese internazionali
In una pandemia globale, le catene di approvvigionamento internazionali sono particolarmente vulnerabili e le controversie legali transfrontaliere sembrano inevitabili. Qualsiasi anello della catena può vedersi impossibilitato a rispettare i propri impegni, con un impatto a cascata sula rete di aziende internazionale. Finora, molte delle aziende responsabili del fallimento della catena di approvvigionamento si sono affidate alle clausole di forza maggiore nei loro contratti.
Poi vi sono i problemi assicurativi. Gli stessi assicuratori stanno lottando per soddisfare un numero straordinario di sinistri e cercano di evitare, ove possibile, di approvare i pagamenti. Ciò ha portato ad alcuni rifiuti sorprendenti. ILloyds of London, ad esempio, è citata in giudizio da diverse sale cinematografiche statunitensi. Il motivo è l’affermazione da parte dei sottoscrittori che il COVID-19 non risulti menzionato specificamente come coperto da una polizza. Nonostante il querelante affermi che i patogeni in generale siano coperti.
Sicurezza delle parti in giudizio
Il modo in cui le aziende cercano di mantenere i propri clienti al sicuro è un’altra area in cui le parti in causa stanno cercando di ottenere un risarcimento. Un esempio: 800 passeggeri hanno intentato un’azione collettiva contro la Ruby Princess per la gestione, nel mese di marzo, di un’epidemia di COVID-19 a bordo. Archiviate le precedenti cause riguardanti l’epidemia sulla Grand Princess, della stessa compagnia.
Per i cittadini statunitensi che vogliano incolpare la scarsa gestione della pandemia da parte del resto del mondo, esiste il Foreign Sovereign Immunities Act. Questa legislazione del 1976 autorizza gli americani a citare in giudizio le nazioni sovrane straniere nei propri tribunali. Infatti, c’è una causa pendente contro la città di Wuhan in Cina per non aver rivelato immediatamente la gravità del COVID-19. Un’altra causa sostiene che la Cina abbia accumulato forniture mediche.
Abbiamo un lungo cammino davanti a noi.
Sfortunatamente, il COVID-19 è ancora in aumento in tutto il mondo. Con l’Europa nella seconda ondata e gli Stati Uniti già nella terza, non aspettiamoci una diminuzione in tempi brevi delle controversie legate al COVID-19 . I contenziosi nazionali e transfrontaliere continueranno a verificarsi fintanto che i prodotti e i servizi non saranno consegnati e le preoccupazioni di natura sanitaria rimarranno senza risposta.
Articolo tradotto e adattato da Stefano Gaffuri.
Pubblicazione originale qui.