Tutti sbagliano e tutti possono sbagliare! È proprio per questo che lo standard ISO 17100:2015 ha previsto e prevede la presenza di due linguisti, traduttore e revisore, nel processo traduttivo alfine di garantire la massima qualità delle traduzioni e ridurre al minimo il rischio di commettere errori di traduzione.
All’interno di questa nostra rubrica, tuttavia, sottolineiamo come spesso questi errori nascano dall’assenza del professionista, evidenziando come il fai da te nel campo delle traduzioni sia quantomai rischioso.
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Ma entriamo nel vivo della nostra raccolta degli orrori di traduzione più eclatanti e, a volte, divertenti!
Errori di traduzione, un pozzo senza fondo
Il primo caso di errore-orrore di traduzione riguarda il marchio di moda spagnolo Mango, che nel 2013 lanciò sul mercato francese una collezione di bigiotteria in cui l’accessorio Esclava, termine che in spagnolo significa sia “schiava” che “braccialetto”, venne rinominato con un indelicato richiamo agli schiavi.
L’azienda in seguito si scusò per l’errore, dichiarando che l’accaduto era motivato esclusivamente da sfumature linguistiche, anche se in molti sottolinearono che la forma “a catena” del bracciale era di per sé un richiamo alle costrizioni subite dalle persone in schiavitù.
Ma alleggeriamo ora il nostro elenco con un più banale e umoristico abbaglio commesso dagli addetti ai servizi igienici della stazione Cadorna. In particolare, sullo specchio del bagno faceva bella mostra un cartello con su scritto “per motivi di igiene, non lavatevi i denti qui”. Peccato che in lingua inglese la traduzione divenne un più generico “per motivi di igiene, non lavatevi i denti”.
Per carità, il messaggio funziona in ogni caso, ma voi vorreste un testo del genere nella vostra attività? Chissà poi cosa ne penserebbe il vostro dentista.
Torniamo ora a parlare di grandi aziende. Una nota compagnia aerea, nel promuovere ai propri clienti i nuovi sedili in pelle per la prima classe, decise di mantenere lo slogan inglese Fly in leather, traducibile in un generico “vola in pelle”, anche per il mercato messicano. Qui l’inghippo, poiché il testo venne tradotto in spagnolo con un ambiguo Vuela en cuero, letteralmente “volare nudi”.
Restiamo in ambito slogan per ricordare un celebre errore di traduzione commesso dalla Dairy Association, che nel promuovere in Europa la propria campagna per il consumo di latte presentò in Spagna il proprio motto Got Milk. Il risultato però suonava molto più simile a un “Stai allattando?”.
La ciliegina sulla torta? Sembrerebbe, ma la mancanza di prove certe non ci permette di affermarlo con assoluta certezza, che lo slogan fosse accompagnato da una foto di David Beckham a petto nudo.
Chiudiamo il nostro viaggio con una svista nata con ogni probabilità più da una mancata conoscenza della cultura locale, piuttosto che da un errore linguistico. Negli anni passati, la nota marca di dentifrici Colgate decise di lanciare sul mercato francese i propri prodotti. Nel farlo, però, optò per la malaugurata scelta di modificare il nome relativo ai dentifrici in un nuovo e più semplice Cue. Lo stesso nome di una nota rivista porno francese.
Un bel sorriso può sicuramente essere sexy, ma forse non era proprio questo il risultato sperato.
Foto di Andrea Piacquadio da Pexels