Così come per il testo precedente, ricordiamo che spesso gli errori di traduzione possono causare conseguenze anche gravi per i diretti interessati. Ogni tanto, però, possiamo anche riderci su. Ecco quindi la seconda parte della nostra rubrica “Errori di traduzione”.
Per chi se la fosse persa, la prima parte è disponibile qui o nella sezione News del nostro sito.
Iniziamo oggi da un piatto tipico della tradizione culinaria messicana, il Papa con chorizo.
No, non si tratta di un errore di battitura, quantomeno non nostro. L’appetitosa e blasfema ricetta faceva bella vista in un menù fotografato da un utente di X (ex Twitter).
La specialità, ovvero Papas con chorizo, conta tra i suoi ingredienti principali patate (papas) e un particolare tipo di salsiccia (chorizo). Il testo, nelle mani di un traduttore improvvisato o più probabilmente di un motore di traduzione automatica, diventa quindi Pope with spicy Mexican sausage.
Dalla cucina ai distributori automatici. Se nella prima parte della rubrica la macchinetta dava il resto, quella di oggi ha apposto un cartello indicante il messaggio opposto, e cioè che il distributore “non dà resto”. La bizzarra traduzione in lingua inglese? “Does not rest”, non si riposa.
Che poi, da un certo punto di vista, è anche vero.
Abbiamo poi un fantastico “NO GRITAR” (non gridare) tradotto con “DO NOT CRY” (non piangere), seguito da un “Moscow mule scomposto”, reso tragicamente in “Decomposed Moscow mule”. Da scomposto a decomposto è un attimo, a quanto pare.
Ma passiamo ora agli errori più gravi, quelli commessi dalle grandi aziende.
Errori di traduzione: i problemi dell’internazionalizzazione
La Ford Pinto deve il suo nome all’American Paint Horse, una particolare razza equina. Ignara delle conseguenze, nel tentativo di esportare questo modello di automobile in Brasile, la Ford decise di mantenere il nome originale.
Il problema? In Brasile la parola Pinto viene spesso utilizzata nella parlata gergale per riferirsi all’organo genitale maschile. L’azienda intervenne successivamente cambiando il nome in Corcel, destriero in portoghese.
Passiamo ora alla Parker, l’azienda produttrice delle tanto amate penne stilografiche e a sfera. Nessun problema con il nome questa volta, ad attirare l’attenzione del pubblico fu in questo caso lo slogan utilizzato per il mercato messicano. Per promuovere l’alta qualità delle sue penne, l’azienda decise di tradurre il messaggio utilizzato negli Usa “It won’t leak in your pocket and embarrass you” (non ti cola in tasca mettendoti in imbarazzo).
Il risultato fu disastroso, altrimenti non saremmo qui a parlarne, poiché il termine embarrass venne erroneamente tradotto in embaraza (mettere incinta).
L’ultimo caso del nostro elenco riguarda il colosso del settore energetico-minerario Gazprom, che nel formare una joint-venture con la compagnia petrolifera statale della Nigeria pensò bene al nome “Nigaz”. Molto simile al termine dispregiativo utilizzato dai razzisti anglofoni.
A dire il vero, qui non si tratta di un errore di traduzione. Tuttavia, questo caso rientra a pieno titolo nell’ambito dell’internazionalizzazione di prodotti o servizi, per il quale è sempre bene ricordarsi di rivolgersi a professionisti esperti.
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Foto di Andrea Piacquadio da Pexels