Il lavoro del linguista, che si tratti di traduzione, revisione o interpretazione, lo espone quotidianamente ad ambienti e contesti tra i più disparati. Non è sempre facile, però, mantenere il giusto distacco con le sensazioni e il carico emotivo con cui il professionista può entrare in contatto nella sua quotidianità lavorativa.
Oggi non parleremo dei nostri settori di specializzazione, o quantomeno non in maniera approfondita come di consueto. Tratteremo piuttosto un tema poco sviluppato ma in alcuni casi fortemente presente all’interno delle realtà dei servizi linguistici: il distacco emotivo.
Chiunque volesse conoscere i servizi che offriamo ai nostri clienti può visionarli qui ASTW – Traduzioni, e qui ASTW – Altri servizi.
Nelle ultime settimane, come riportato da diversi magazine di settore e giornali nazionali, si sono verificati casi di linguisti esperti, in questo caso interpreti, che nel corso della conversione linguistica sono stati sopraffatti dalle emozioni. I fatti, i cui video sono velocemente circolati sui social, hanno riguardano due linguisti intenti a interpretare, in inglese e in tedesco, due distinte videoconferenze del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il tema trattato e l’inevitabile impatto emotivo delle parole con cui il premier ha descritto la gravità delle condizioni in cui versa il suo popolo hanno commosso i due linguisti scoppiati in lacrime nel corso dell’interpretazione.
Ogni professione ha le sue criticità capaci di influenzare, nel breve e nel lungo periodo, le condizioni psico-fisiche del lavoratore. È certamente vero che il lavoro del traduttore, o in questo caso dell’interprete, non rientra tra quelle professioni considerate fisicamente usuranti o pericolose. Tuttavia, è consigliato prestare attenzione.
Distacco emotivo: un dispositivo di protezione personale?
Queste situazioni non riguardano da vicino la nostra realtà. In ASTW operiamo nell’ambito dei servizi linguistici inerenti principalmente ai settori della proprietà intellettuale, delle life science e delle traduzioni tecnico-scientifiche.
Questi testi, per loro natura, sono scevri da sentimenti ed emozioni. La precisione e la preparazione specialistica sono le principali caratteristiche richieste al linguista, accompagnate dalla cura per i dettagli. Difficilmente, quindi, i nostri traduttori si ritrovano nella condizione di dover stabilire un distacco emotivo con il testo.
Ma oltre a riconoscere il lavoro svolto dai nostri colleghi interpreti, questo testo nasce con lo scopo di creare uno spazio di condivisione e crescita reciproca con tutti i lettori. Un’ambiente aperto allo scambio è la missione promossa, ad esempio, dall’European Language Industry Association – Elia, missione che condividiamo pienamente.
Vista la natura soggettiva dell’argomento è difficile stabilire e studiare delle strategie ad hoc. I corsi universitari improntati sulla mediazione linguistica forniscono agli studenti diversi strumenti, tra cui la giusta distribuzione del lavoro nell’arco della giornata lavorativa, concedendosi le pause necessarie per evitare l’immersione totale nell’argomento trattato (nel caso in cui questo fosse particolarmente delicato), ma ogni traduttore e interprete dovrà nel corso del tempo elaborare le proprie tecniche e metodi capaci di porlo nella condizione di svolgere al meglio il proprio lavoro.
Ma arriviamo al dunque. Quali sono le vostre tecniche e in che modo avreste agito se vi foste trovati in una situazione simile? Pensate che questo “scudo” a difesa delle nostre emozioni sia un punto a favore del professionista o una tecnica da evitare, immergendosi pienamente nell’argomento trattato?
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