Oggi vi proponiamo la traduzione di un articolo apparso su Multilingual, nel quale si parla dei problemi linguistici negli ospedali statunitensi. Un problema non solo americano. Sono numerosi gli ospedali italiani che vivono tutti i giorni le controversie legate a barriere linguistiche tra paziente e personale sanitario. Parlare delle situazioni critiche è il primo passo per migliorare, ricordandosi che, specialmente durante un’emergenza sanitaria, nessuno dev’essere lasciato indietro.
Sistema sanitario e barriere linguistiche
La pandemia da COVID-19 ha sicuramente gettato luce sul divario linguistico nel sistema sanitario degli Stati Uniti; troppo spesso, le persone con una conoscenza limitata dell’inglese vengono lasciate indietro, godendo di condizioni di salute peggiori. Sebbene la pandemia abbia chiaramente esacerbato questi problemi, dalla scarsa accessibilità delle comunicazioni sanitarie pubbliche agli ospedali privi di interpreti medici, esistono da molto tempo.
Un recente editoriale di Scientific American scritto da due medici del Brigham and Women’s Hospital in Massachusetts ha esplorato ulteriormente questi problemi, sottolineando il disperato bisogno di migliorare i servizi di accesso alle lingue negli ospedali statunitensi.
“Il divario linguistico, situazione in cui operatori e pazienti parlano lingue diverse, è fin troppo comune”, scrivono i medici Benjamin Alazar e Gezzer Ortega. “La scarsa conoscenza dell’inglese influisce sull’interazione paziente-medico-sistema minando la comunicazione, la fiducia e l’alfabetizzazione sanitaria. Questa cattiva comunicazione porta a cure non ottimali, una minore comprensione di malattie e trattamenti, difficoltà nel processo decisionale condiviso e minore soddisfazione per l’assistenza “.
L’importanza degli interpreti medici
Alazar e Ortega sottolineano che gli interpreti medici sono di importanza vitale per superare le barriere linguistiche che si presentano nelle situazioni sanitarie. Tuttavia, molti ospedali non assumono un numero adeguato di interpreti. Ciò è in gran parte dovuto al fatto che, sebbene la legge imponga agli ospedali di fornire interpreti medici per i pazienti che non parlano correntemente l’inglese, le compagnie assicurative generalmente non coprono i costi dei servizi di interpretariato. A causa degli alti costi che gli ospedali devono sostenere nell’assunzione di interpreti, solo il 75% circa degli ospedali in aree ad alta necessità (e solo il 65% in aree a basso bisogno) offre servizi di interpretariato adeguati, secondo uno studio del 2016 pubblicato su Health Affairs.
Alazar e Ortega sostengono inoltre che il maggiore utilizzo dei servizi di telemedicina durante la pandemia potrebbe essere un primo passo per migliorare questa situazione. Gli studi condotti durante la pandemia mostrano che gli individui con una conoscenza limitata dell’inglese sono a più alto rischio di incidenza e mortalità da COVID-19.
“Migliorare l’accesso a un’interpretazione medica tempestiva è un imperativo morale in una società alla ricerca di un sistema più giusto dentro e fuori dall’assistenza sanitaria”, scrivono i medici.
Localizzazione a cura di Stefano Gaffuri.
Originale qui.