Lo abbiamo espresso più volte: il ruolo dei traduttori professionisti è fondamentale!
E oggi, dopo numerose conferme da parte di importanti istituti di ricerca, esperti di settore e studiosi di tutto il mondo, lo afferma anche il Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti (United States Department of Health and Human Services – HSS).
Da prima dell’inizio della pandemia abbiamo spesso parlato dell’importanza che l’accesso linguistico riveste in ambito sanitario. In diversi articoli abbiamo sottolineato il carattere delicato ed essenziale che una corretta traduzione assume nel settore medico. L’emergenza sanitaria, poi, ha posto la traduzione medica sotto una lente di ingrandimento di dimensioni globali.
Una svista, un errore o un misunderstanding, per quanto possano sembrare di poco conto nella vita quotidiana, sono alla base di problematiche di varia entità e conseguenze dannose se inserite in contesti dove la precisione e l’accuratezza dell’informazione diventano condizioni imprescindibili.
Un altro argomento trattato frequentemente all’interno del nostro blog è la machine translation.
Da vera e propria rivoluzione dell’industria dei servizi linguistici, è divenuta nel tempo la conditio sine qua non per offrire ai nostri clienti traduzioni di qualità, in tempi brevi e a costi contenuti. L’utilizzo di questa innovazione, tuttavia, deve basarsi sulla sinergia tra esseri umani e macchine.
La machine translation da sola, e sono davvero numerosi i case studies a supporto di quanto diremo, può rivelarsi un’arma a doppio taglio. Non ci stancheremo mai di dirlo, per quanto funzionale la traduzione automatica necessità di un professionista della traduzione.
Sempre.
Ed è proprio a seguito delle numerose problematiche legate al completo affidamento ai sistemi di MT che l’HSS degli Stati Uniti ha preso posizione.
Sanità USA: il ruolo dei traduttori professionisti
Il Dipartimento della salute e dei servizi umani (HHS) degli Stati Uniti è intervenuto di recente per esprimere la propria opinione sulla machine translation. Con la nuova proposta relativa alla Sezione 1557 dell’Affordable Care Act si stabiliscono le modalità e le condizioni di utilizzo della traduzione automatica nelle comunicazioni relative all’assistenza sanitaria.
In particolare, stabilisce una volta per tutte che l’output grezzo di MT deve necessariamente essere esaminato da un linguista qualificato. Specialmente, quando i documenti riguardano aspetti rilevanti di cure, procedure e diagnosi.
Il documento, dimostrandosi davvero accurato e attento agli ultimi sviluppi tecnologici, prende in esame i diversi sistemi di MT (statistici, basati su regole e neurali) e le funzioni del speech-to-text.
Come citato nella proposta: “sebbene la tecnologia alla base della traduzione automatica sia migliorata in termini di precisione […] le possibilità di conseguenze significative da una traduzione imprecisa continuano a esistere”. E come affermato nell’International Journal of Environmental Research and Public Health: “La natura dipendente dal contesto di parole di uso comune in ambiti sanitari specializzati […] è causa di errori e imprecisioni clinicamente significativi”.
Inoltre, proprio all’interno del IJERPH è proposto uno studio del 2021. Studio che introduce un “meccanismo di prevenzione del rischio” sviluppato per prevenire e risolvere le già citate problematiche della machine translation. Dalle conclusioni degli autori emerge un dato, ben noto ai traduttori professionisti, capace di definire i ruoli del processo traduttivo. Le conclusioni mostrano infatti l’inadeguatezza della traduzione automatica grezza nel tradurre testi clinici, medici e provenienti dalle life science.
La nostra opinione è chiara, voi cosa ne pensate? Come definireste il ruolo del traduttore in contesti medici? Credete che il futuro possa escludere il linguista dal processo di traduzione?
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Foto di Tima Miroshnichenko da Pexels